Correva il 10 aprile 2015 quando crollò una carreggiata del viadotto Himera. Il crollo dell'infrastruttura causò un'interruzione dei collegamenti sull'autostrada A19 Palermo - Catania, in direzione Catania, all'altezza di Scillato. La Sicilia si ritrovò improvvisamente spezzata in due, con un contesto infrastrutturale certo già non roseo. Ieri, 31 luglio 2020, dopo più di cinque anni il viadotto è stato riconsegnato alla fruizione dei cittadini. Questo tratto di ponte di soli 270 metri è diventato terreno di battaglia politica. Ecco spiegata l'importanza dell'evento. Ma andiamo per ordine.
Il 10 aprile 2015 una violentissima frana travolse il viadotto Himera dell'A19, causandone il parziale crollo. Ancora oggi, il viceministro alle infrastrutture Cancelleri critica l'operato della regione siciliana che avrebbe dovuto mettere in sicurezza la zona rimuovendo la frana. Essa però è ancora lì. Ma come vedremo, anche lo stato non è esente da colpe. Il problema di un'isola spezzata in due si poneva allora con forza. La deviazione più veloce, che passava per le tortuose strade provinciali delle Madonie, causava disagi e ritardi considerevoli. Con l'intervento concreto del M5s la politica cominciò a interessarsi della questione. Infatti gli allora "grillini" inaugurarono la cosiddetta "via dell'onestà", finanziata con €300.000, ottenuti dal taglio dell'indennità dei deputati regionali pentastellati. La scorciatoia (strada di 300 metri che ne collega altre due) dava una soluzione in più ai viaggiatori che avrebbero dovuto attraversare il viadotto. La forte pendenza di alcuni tratti della strada dell'onestà fu oggetto di ulteriore polemica.
Passarono mesi, anni. Il tempo trascorreva ma il viadotto restava interrotto. Fu realizzata una deviazione che consentì un bypass più breve e percorribile. Nel frattempo salì al soglio regionale il governo Musumeci (centrodestra) con l'assessore alle infrastrutture e ai trasporti Marco Falcone. Falcone da subito avviò un'interlocuzione con Anas, ente gestore del tratto autostradale, al fine di organizzare la ricostruzione del ponte. Le sollecitazioni di Falcone ad Anas non sortirono effetto. Allora il governo regionale tutto, con in testa il governatore Musumeci, alzò i toni. Si arrivò persino ad una diffida nei confronti di Anas. Falcone affermò che la regione avrebbe portato in tribunale l'ente dell'ad Massimo Simonini, reo di immobilismo sulla ricostruzione.
L'assessore alle infrastrutture in persona arrivò persino a spostare polemicamente con le proprie mani alcuni new jerseyin plastica su un tratto della SS 117 Nord - Sud, gestita da Anas. Il tratto in questione, già pronto, era rimasto bloccato per mesi a causa della burocrazia. Inaccettabile per la regione. La società, a detta del governo regionale, si stava caricando di gravi inadempienze nei cantieri di tutta la Sicilia.
Dal settembre 2019 diventò viceministro alle infrastrutture e ai trasporti il siciliano Giancarlo Cancelleri. Il pentastellato ebbe subito a cuore l'interruzione dell'autostrada siciliana e spinse per la ricostruzione. Anche il Covid-19 mise i bastoni fra le ruote ad un completamento dell'infrastruttura che era previsto per aprile 2020. Il cantiere, che nel frattempo era cominciato a rilento, si fermò. L'assessore regionale Falcone, ormai quasi senza speranza affermò circa il viadotto Himera: «se venisse realizzato entro il 31 luglio, mi dimetterò da assessore regionale». Il destino vuole che il viadotto ieri, in data 31 luglio sia stato consegnato ai cittadini. I lavori non hanno più subìto ritardi. Il Movimento 5 Stelle con Cancelleri esulta mentre Falcone rassegna le dimissioni, poi subito respinte dal presidente Musumeci.
La violenta polemica politica sul viadotto Himera si è percepita in occasione dell'inaugurazione dell'infrastruttura. Erano presenti il ministro al Mit De Micheli, Cancelleri, il sindaco di Palermo Orlando, l'ad di Anas Simonini. Non pervenuti esponenti del governo regionale siciliano, ormai ai ferri corti con Anas. Nè Musumeci, né Falcone né alcun altro. Falcone, nella data di ieri ha partecipato alla manifestazione di protesta tenutasi a Messina che chiede la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. Si chiude così, con l'apertura al traffico dell'impalcato, un incubo per molti cittadini. La regione denuncia che l'apertura dell'Himera da parte di Anas e del governo è solo un contentino a fronte dei numerosi cantierisulla Palermo - Catania (una sessantina) e dei lavori a rilento se non bloccati sulla Agrigento - Caltanissetta e sulla Agrigento - Palermo.
Nel frattempo il governo nazionale ha stanziato somme ingenti per l'isola. Cancelleri ha dichiarato che l'inaugurazione è un momento certamente positivo ma che cinque anni per aprire un viadotto sono troppi. I rapporti tra regione siciliana ed Anas rimangono ai minimi termini. Si sono persino sprecati paragoni con il viadotto San Giorgio (ex Morandi) di Genova, che sarà inaugurato il 3 agosto prossimo, ma le due storie sono diverse e antitetiche. Troppo lenta la costruzione dell'Himera, anche a causa della burocrazia, mentre emblema di efficienza e velocità la costruzione del San Giorgio. Ancora una volta il Sud pare essere di serie B rispetto al Nord per la politica. Le cose sembrano ora cambiare. La speranza rimane sempre la stessa: cantieri si, ma veloci.
Stefano Guarrera