Venerdì abbiamo visto il recente passato di Ferrovie dello Stato Italiane. Oggi vediamo qualcosa dei programmi del futuro a medio termine. E' importante soffermarsi su questa partecipata statale per più motivi. Per chi si occupa di infrastrutture e trasporti intanto, in Italia Fs è per forza di cose polarizzatrice di attenzioni. A questo si aggiunge un bilancio aziendale con risultati straordinari (e quindi futuro roseo) e una predilezione (giustificata) di molti per il mezzo di spostamento che è il treno. Mezzo che permette tempi e velocità ragionevoli di viaggio a media distanza, comodità per i bagagli e anche panorami e paesaggi italiani, che non guastano mai.
Purtroppo però, causa Coronavirus, il tipo di mobilità preferito dalla gente potrebbe temporaneamente cambiare. Potrebbe essere l'auto privata il mezzo di trasporto preferito dagli italiani nei prossimi mesi. Questo per ovvie ragioni: evitare il contagio in mezzi pubblici come i treni. Lo sa l'ad di Fs Gianfranco Battisti, che abbiamo ormai imparato a conoscere in questa sezione. Termoscanner, nuovi protocolli, regolamentazioni di accesso ai treni saranno solo alcune delle misure nell'immediato futuro. «Dobbiamo porre subito le basi per ripartire quando potremo allentare i vincoli di oggi, sfruttando queste settimane di rallentamento per rivedere tutti i progetti» ha dichiarato. E quali sono allora i progetti-priorità di Fs?
Il terzo lotto della Napoli - Bari, il primo lotto al Brennero (Ponte Gardena - Fortezza), una tratta della Messina - Catania, il raddoppio tra Termoli e Ripalta e il collegamento alla rete dell'aeroporto di Venezia più il completamento di opere in corso come il Terzo Valico di Genova e la Alta Velocità Brescia - Padova. Sul fronte stradale invece, ben 4 miliardi su 6saranno impiegati in manutenzioni. Per maggiori informazioni rimando alla mappa-grafico mostrata qui. Nel frattempo Fs ha ridotto il traffico fino all'80% causa epidemia tanto che «chiederemo compensazioni al governo».
Sul fronte Ministero Paola De Micheli ha firmato un decreto che semplifica l'accesso al fondo per l'acquisto di nuovi treni ecologici. Sarà direttamente il ministero ad erogare 640 milioni di risorse, permettendo alle regioni di evitare i fastidiosi anticipi. 398 milioni è invece la somma che permetterà di rinnovare il parco autobus verdi delle città più inquinate: Roma, Milano, Torino, Venezia e Bologna. 70 milioni andranno a Rimini e al suo collegamento Stazione - Fiera con nuovi autobus elettrici. E i 16 nuovi filobus di Vicenza costeranno 19 milioni. Per un totale di oltre un miliardo speso per una svolta green. Bene. Ma il fatto che il Sud sia meno inquinato del Nord non deve pregiudicare la destinazione di investimenti green anche nel Mezzogiorno. Perché come si vede, le città beneficiarie di questi interventi sul Tpl sono tutte del centro-nord. E allora così, siamo punto e a capo.
Stefano Guarrera