Si conclude qui con tutta probabilità la breve storia di Air Italy. La società per azioni con sede a Olbia e base operativa a Malpensa, è stata messa in liquidazione. Dovrà quindi vendere tutti i beni, riscuotere gli eventuali crediti e pagare debiti nei confronti dei fornitori. Al termine di queste operazioni l'azienda risulterà scomparsa.
La compagnia aerea sarda nasce con il nome di Alisarda nel marzo del 1963. Nel 1991 cambia nome: diventa Meridiana. Qatar Airways nel settembre del 2017 acquista il 49% di AQA Holding che controllava il 100% di Meridiana. Il restante 51% rimaneva alla vecchia Alisarda di Aga Khan. Il 19 febbraio 2018 cambiava nuovamente il nome: Meridiana diventava Air Italy.
Ieri, 11 febbraio alle 14:30, si chiudeva la breve (ma lunga) parabola di questa compagnia. Con un passivo di 164 milioni di euro per il 2018 e di 198 milioni per il 2019, le condizioni erano già critiche. A onor del vero, Qatar Airways, è stata l'azionista che avrebbe voluto una ricapitalizzazione, mentre Alisarda si è mostrata fredda verso delle possibilità di recupero. Quali saranno le conseguenze nell'immediato? Intanto i 1500 lavoratori di quella che è stata praticamente la seconda compagnia aerea italiana, dei quali la metà sono ad Olbia, non vedono un futuro roseo. Per i passeggeri invece i danni saranno limitati (comunque non paragonabili a quelli dei lavoratori): i voli fino al 25 febbraio saranno effettuati con regolarità di orario. Quelli successivi a questa data saranno cancellati con un rimborso integrale per i passeggeri. Saranno serviti dai 30 ai 35000 passeggeri dalla liquidazione alla fine dei servizi.
"Non è accettabile la decisione di liquidare un'azienda di tali dimensioni senza informare prima il governo e senza valutare seriamente eventuali alternative" ha dichiarato amareggiata il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Paola De Micheli aggiungendo: "pertanto mi aspetto che Air Italy sospenda la deliberazione fino all'incontro che possiamo già calendarizzare a partire dalle prossime ore". Le due società azioniste non avevano trovato l'accordo sul piano industriale: i 340 milioni di euro previsti non sarebbero bastati a fronte del mezzo miliardo necessario.
Stefano Guarrera