È uno dei personaggi più discussi e chiacchierati da anni. È uno dei leader politici più carismatici e influenti. È uno di quelli che definiresti camaleontico e testardo insieme. E' Matteo Renzi, leader e fondatore di Italia Viva, il suo nuovo partito politico, che però oggi per i sondaggi rimane fisso al 4% di consensi.
Il grande rottamatore, il padre dell'abolizione dell'Articolo 18, del Jobs Act, di Industria 4.0, del Bonus Cultura per i 18 enni e last but not least del Referendum Costituzionale perso del dicembre 2016. Potremmo continuare, visto che di provvedimenti tra il suo governo (febbraio 2014 - dicembre 2016) e quello sotto la sua ingombrante ombra (Governo Gentiloni, dicembre 2016 - maggio 2018) ne sono stati presi tanti. E anche questi, come il loro padre politico, hanno scatenato infinite polemiche.
Ma chi è oggi Matteo Renzi? È un senatore semplice della Repubblica, sì, ma non può essere solo questo. Renzi è anche uno dei padri di questo attuale governo. Dopo la crisi agostana del governo gialloverde scatenata da Salvini dalle spiagge romagnole, due erano le possibilità: voto o cambio di maggioranza. L'ex premier si è subito adoperato per la seconda alternativa, consapevole del grande spolvero della Lega insieme a Fratelli d'Italia. Nel frattempo, però era anche un altro il progetto del politico fiorentino: perché se il governo Conte Bis nasce il 5 settembre 2019, il 18 settembre nasce Italia Viva. Una mossa geniale. Prima porta insieme a Zingaretti sé stesso e il Pd al governo, e poi si autorende imprescindibile per la sussistenza del governo. Infatti, la costola del Pd Italia Viva diventa l'ago della bilancia del nuovo governo giallorosso (o meglio giallorosa): senza di essa, mancano i numeri al Senato.
L'ex premier ultimamente sta puntando forte su due temi: cantieri e prescrizione. Ma se sul primo tema, a stessa detta sua, tutti dovrebbero esser d'accordo, non è così sul secondo. Ci sarebbero 120 miliardi da sbloccare perché "chiusi nel cassetto", da impiegare in cantieri, opere pubbliche e infrastrutture. Quest'investimento garantirebbe posti di lavoro, sviluppo e proprio per questo motivo il senatore fiorentino è convinto che su questo, "almeno su questo ci si potrebbe mettere tutti insieme" per sfruttare questa occasione.
Altro paio di maniche è la questione prescrizione. È infatti la giustizia il tema caldo che tiene banco in questi giorni a Palazzo Chigi. Ci sono praticamente due schieramenti. Il Ministro della Giustizia Bonafede (M5s) vorrebbe riformare la Legge sulla Prescrizione abolendola dopo il Primo Grado di Giudizio. Lo appoggiano il premier Conte, il Movimento 5 Stelle, sembra persino il Pd e anche alcune frange del mondo della giustizia (come Piercamillo Davigo). Dall'altra parte lo schieramento ideale che fa capo a Renzi dal punto di vista politico, ma su cui si trovano d'accordo persino la Destra e buona parte dell'opinione pubblica e del mondo della giustizia (come giudici e avvocati). Questi ultimi sono contrari all'abolizione della prescrizione così come presentata. Ciononostante, sembra ci sia accordo unanime sulla necessità di una riforma completa di tutto il Processo Penale, che non brilla per velocità nel nostro paese. Non entreremo nel merito della questione: qui preme sottolineare il dato politico.
È proprio sulla prescrizione che il governo sta attraversando una crisi in questi giorni. E il merito (o demerito) è di Renzi. L'opposizione viene da una parte della maggioranza stessa, Renzi e la sua Italia Viva, non tanto dal Centro-Destra. Il mago della Leopolda ripete continuamente che non è sua intenzione far cadere il governo né creare una crisi ma che si tratta semplicemente di una battaglia in cui crede e che ritiene giusta. Ma di fatto, su questo il governo è così spaccato e bloccato, perché già con una maggioranza risicata, farebbe fatica a trovare i numeri per un Governo Conte ter.
Il senatore di Firenze, che stando ai sondaggi non è forte nel paese, in Parlamento fa però la voce grossa e conta molto, anche con i suoi piccoli numeri. Per l'ennesima volta, si sta dimostrando di un fiuto politico finissimo e di una capacità strategica fuori dal comune. Che cosa passa nella testa di Renzi? Come finirà questa volta?
Stefano Guarrera