Il 3 febbraio è stato presentato a Palermo il rapporto "Pendolaria 2019" di Legambiente, descrizione annuale dello stato di salute del trasporto ferroviario in Italia. I dati che sono emersi parlano di un Italia a due velocità: come al solito, il Nord vola, il Sud arranca.
Sono complessivamente 5 milioni e 699mila le persone che ogni giorno nel 2019 prendono in Italia treni regionali e linee metropolitane. Un aumento del +1,6% per i primi (45mila persone) e del +2,4% per le seconde (65mila persone) rispetto all'anno precedente. Per quanto riguarda l'Alta Velocità, il 2019 è stato l'anno del decennale. I pendolari italiani sono 170mila distribuiti tra le Frecce di Trenitalia e la privata Italo, in crescita anch'essa insieme alle Frecce. Quest'ultime infatti erano nel 2008 74, mentre nel 2019 ammontano a 144 mezzi. Se i passeggeri erano 6,5 milioni nel 2008, nel 2018 si sono toccato i 40 milioni con un aumento monstre del +517%. Bene anche le metropolitane: 2 milioni e 78mila italiani sono abituali frequentatori del servizio che si trova a Milano, Roma, Napoli, Torino, Genova, Brescia e Catania. A fare da traino è Milano che aumenta rispetto all'anno precedente i passeggeri del +4,7% nei primi 9 mesi del 2019. Le linee più brevi, Brescia e Catania, vedono l'affluenza crescere. Milano, Roma, Torino e Catania stanno allungando l'estensione della metropolitana.
Ma ci sono le note dolenti. Per un totale di 2894 treni di età media 15,4 anni (i treni al sud hanno un'età media maggiore che a Nord) l'affluenza per gli Intercity si attesta a 50mila persone, in calo del -46%. A colpire è il paragone tra Nord e Sud: se in Sicilia ci sono 486 corse regionali giornaliere, in Lombardia ce ne sono 2560, più di 5 volte tanto a fronte di una popolazione di uno a due. 266 corse nella provincia di Bolzano contro le 297 sarde, dove la popolazione è però oltre il triplo. La Liguria (355) ha più corse della Calabria (341) quando la seconda regione è più popolosa ed estesa. Infernali collegamenti che dovrebbero essere basilari: Cosenza con Crotone, Ragusa con Palermo, Potenza con Matera. Tutti al Sud. Fa impressione anche la differenza di estensione della rete metropolitana italiana confrontata con Regno Unito, Germania, Spagna e Francia. I nostri 247,2 km sono nettamente inferiori agli oltre 672 km inglesi, 649,8 km tedeschi e 609,7 km spagnoli, mentre in Francia la sola Parigi arriva invece a 221,5 km.
Nel decennio appena concluso, mentre i passeggeri italiani aumentavano del +8%, i finanziamenti statali per il servizio ferroviario regionali sono diminuiti del -21,5%. Da 6,2 miliardi a 4,8. Insomma, fuori dalle direttrici principali dell'Alta Velocità (da Torino fino a Napoli le migliori prestazioni del servizio), il trasporto su ferro ha ampi margini di miglioramento. Dopo segnali di miglioramento come l'apertura delle stazioni d'Alta Velocità di Roma Tiburtina, Reggio Emilia o Napoli Afragola, serve investire in maniera determinata e veloce al Sud per rinnovare convogli e binari. Serve elettrificare e raddoppiare le linee, spesso a binario unico. Serve insomma, l'Alta Velocità.
Stefano Guarrera