La maggior parte delle merci viaggia nel nostro paese su terra e i tre quarti di queste su gomma. Basta questa prima riflessione, unita a un dato (merci come il cemento, i cereali e la carta con il cartone viaggiano per il 93% su strada in Italia), per affermare due cose: l'importanza dell'efficientamento e della manutenzione delle autostrade e la necessità di liberarle spostando il traffico delle merci su ferrovie e mari.
Purtroppo, non solo si sono persi anni nel potenziamento delle ferrovie in particolare nel Mezzogiorno, ma lunghi tratti di autostrade versano in condizioni precarie: il disagio per gli autotrasportatori è diventato emergenza quando nel settembre 2019 la Procura ha sequestrato le barriere di sicurezza laterali di alcuni viadotti della Napoli - Canosa o della Adriatica tra le Marche e l'Abruzzo, causando deviazioni per i mezzi pesanti e non solo. Sulle arterie tra Liguria e Piemonte, per non parlare dell'A19 Catania - Palermo si viaggia su una sola carreggiata un chilometro si e l'altro pure. Inoltre, dal 1° gennaio 2020 sono scattati da parte del Tirolo (Austria) dei divieti di transito settoriali per alcune tipologie di merce e per gli Euro più inquinanti indipendentemente dal tipo di merce trasportata al Passo del Brennero. Sono cominciate le proteste che difendono l'export italiano su quella direttrice.
Se sulle autostrade non si sorride, non va meglio per i porti. Quello di Genova, dichiara Giampaolo Botta, direttore generale di Spediporto, "rischia di perdere tra il 4 e il 5% del suo traffico contenitori" considerando la congiuntura europea, la situazione autostradale e il crollo del Ponte Morandi. L'hub di Venezia invece, a causa dell'insabbiamento dei fondali, rischia di perdere la propria centralità logistica per il sistema produttivo del Nord Est. Un pescaggio ridotto non permette alle nuove gigantesche navi di attraccare.
Tra lavori in corso, deviazioni, mancate manutenzioni e divieti, gli autotrasportatori hanno trascorso un ultimo anno da Odissea. Nel frattempo, il governo, nella persona del Presidente del Consiglio Conte e del Ministro per il Sud Giuseppe Provenzano, ha presentato a Gioia Tauro (centro strategico per il suo mega-porto) un maxi-piano per il rilancio dell'economia del Sud da 123 miliardi di euro in prospettiva 2030. 33 miliardi e mezzo sono destinati solamente alle infrastrutture.
Stefano Guarrera