Il senatore Renzi (Italia Viva), ex presidente del consiglio, ha ultimamente ricordato come ci sia qualcosa come 120 miliardi fermi nelle casse dello stato per "colpa" della burocrazia. Il 14 giugno 2019 è stato altresì convertito in legge il Decreto Sblocca cantieri con l'intento proprio di "sbloccare" questi fondi. Il Decreto, tra le altre cose, prevede la sospensione di alcuni punti del codice degli appalti, garantisce le soglie in vigore per i subappalti, salvaguarda gli obblighi di sicurezza, e si mostra più garantista per quanto riguarda le gare.
Collegati al Decreto Sblocca cantieri, in particolare secondo il Movimento 5 stelle, (che lo ha promosso) sono i risultati di due rapporti: quello del Cresme e quello dell'Ance. Il primo (Centro ricerche economiche e sociali del mercato dell'edilizia), nel suo XXVII rapporto, prevede un aumento negli appalti di opere pubbliche nel 2020 del +4,5%. Per il 2021 è previsto un +3,5% e per il 2022 un +2,5%. L'edilizia scolastica cresce nel 2019 addirittura del +29,5%. Dal 2018 crescono gli investimenti da parte dei gestori delle infrastrutture nazionali e locali in particolare su acqua, strade e arredo urbano. L'Ance (Associazione nazionale costruttori edili), ha invece rilevato una crescita del +2,9% degli investimenti in opere pubbliche nel 2019 ma avverte che "di questo passo ci vorranno 25 anni per uscire dalla crisi". La ripresa è lenta: è un piccolo segnale positivo.
Il dato negativo consiste nei considerevoli squilibri tra le aree del paese: il Nord Ovest in importo delle opere guadagna il +65,2%, il Nord Est il +40,1% mentre il Centro perde il -3,3% e il Mezzogiorno lo 0,5%. Se non riparte il centro-sud, è difficile che il paese possa rialzarsi veramente. Il dato però incoraggiante è che in generale il 2019 da questo punto di vista è stato un anno positivo: il valore complessivo delle gare è aumentato del +39% arrivando a quasi 40 miliardi di euro. Gli appalti sopra i 50 milioni sono aumentati addirittura del +132,7%. 400 sono i milioni per i comuni sotto i 20 mila abitanti per lavori velocemente cantierabili.
Insomma, è un inizio. I segnali sono incoraggianti. Fa rimanere però perplessi l'immobilismo che persiste al sud. Serve anche una semplificazione delle norme e delle procedure. Troppi sono i cavilli legislativi che rallentano le opere. La "sburocratizzazione" è prioritaria, almeno quanto i finanziamenti.
Stefano Guarrera