Tap (Trans-Adriatic Pipeline) è il gasdotto trans-adriatico tanto discusso che dovrà attraversare il tratto di mare di 105 km tra le coste albanesi e quelle italiane e salentine di San Foca (Lecce, Puglia). Questo enorme "tubo", già in stato avanzato di costruzione in Albania (90,6%) e in Grecia è in realtà lungo da progetto ben 878 km perché parte dal piccolo centro di Kipoi, nella Grecia nord-orientale. Dovrà collegarsi, proprio da Kipoi al Tanap (Gasdotto Trans-Anatolico) e quest'ultimo a sua volta all'SCP (Gasdotto Sud-Caucasico). Questi collegamenti partono dai giacimenti di gas naturale di Shah Deniz in Azerbaigian.
Il percorso del gasdotto permetterà il rifornimento di gas dei paesi dell'Europa orientale e soprattutto l'accesso del gas stesso al mercato energetico europeo, proprio dalla porta dell'Italia. Ecco perché ne parliamo, perché all'Italia importa. Il condotto andrebbe poi a unirsi alla rete nazionale italiana e permetterebbe una minore dipendenza dai rifornimenti russi. Ma non è nemmeno questo ciò che fa discutere: molti comitati e associazioni locali (salentine) e anche partiti politici (come il Movimento 5 Stelle) si sono da subito opposti alla realizzazione dell'opera perlomeno per quel che riguarda il territorio italiano. Il motivo principale dell'opposizione è il rischio ambientale: i No-Tap fanno notare come il condotto passerebbe per la falda acquifera che in zona San Foca è molto superficiale e questo causerebbe gravi rischi per la costa, il mare, la pesca e anche per le attività produttive del territorio come agricoltura e turismo.
Il portale azero "Trend" ha recentemente riportato che la società Tap AG, costituita per la progettazione, lo sviluppo e la realizzazione del gasdotto, ha dichiarato che i lavori inizieranno presto anche sulla costa italiana. I pentastellati sembrano aver ceduto anche sul tema Tap ma non è detta l'ultima parola vista anche la contrarietà delle comunità salentine, anche istituzionali, come i comuni. Qualcuno ha messo in discussione la effettiva portata dei giacimenti azeri del Mar Caspio rilevando anche il costo totale esorbitante dell'opera in dollari: 45 miliardi. L'accordo intergovernativo era stato firmato il 13 febbraio 2013 dal ministro dello sviluppo economico italiano Corrado Passera, l'allora ministro degli esteri greco Dimitris Avramopoulos e l'allora primo ministro albanese Edmond Haxhinasto. Non sono ancora esclusi colpi di scena sulla vicenda.
Stefano Guarrera