Dopo le feroci polemiche nel 2018 (che ritorneranno, ne siamo certi), infiammate dal Movimento 5 Stelle al governo e dai movimenti "No Tav", sono ripartiti i lavori in Piemonte per la realizzazione della mega infrastruttura trans-frontaliera Tav Torino - Lione. Il presidente del consiglio Conte aveva dichiarato già a suo tempo che la eventuale non realizzazione dell'opera sarebbe costata di più della realizzazione stessa. Telt, società pubblica italo-francese, incaricata di costruire la ferrovia, ha assegnato l'appalto per le nicchie di interscambio a un gruppo italo-svizzero-francese (Salini Impregilo, Vinci Constructions France TP, CSC Entreprise de Constructions). Le nicchie sono degli allargamenti al tunnel geognostico che permetteranno di trasformare quest'ultimo in una galleria di servizio per il tunnel di base. Saranno 23 nel cantiere di Chiomonte, per un appalto del valore di 40 milioni di euro. Saranno impiegati 50 lavoratori per 19 mesi.
Il Tav è un progetto in costruzione di una ferrovia ad alta velocità ed alta capacità che dovrà collegare Torino e Lione. L'intera opera è lunga 235 km in totale con 162 km di gallerie di cui 57 costituiscono il tunnel di base, cuore dell'opera che attraversa il confine nazionale. L'opera costa intorno ai 9 miliardi e dovrebbe, e ripetiamo dovrebbe, essere terminata nel 2026. Perché quando si parla di Tav, nulla è scontato. E c'è anche un'altra la novità: si sperimenterà da quest'anno il "Patto per il Territorio", che valuterà le ricadute ambientali e sociali dell'opera. È stato siglato da Regione Piemonte, Telt e commissario di governo.
Proprio quest'ultima novità affronta uno dei temi caldi, uno dei nodi dirimenti tra chi sostiene la realizzazione dell'opera e chi no: l'ambiente. Oltre alla vetustà del progetto e all'eccessivo costo, chi è "No Tav" sostiene che la costruzione dell'opera costituisca una fonte di inquinamento e danneggiamento del territorio montano della Val di Susa. Chi è "Si Tav" sostiene invece che quest'opera possa connettere meglio il nostro paese alle reti europee garantendo sviluppo, oltre al fatto, come detto sopra, che si dovrebbero pagare delle penali alla società incaricata nel caso di non realizzazione. Il M5S sembra stare perdendo questa battaglia. Il Tav riesce ad unire le forze politiche italiane da destra a sinistra: sono tutti per il si, tranne i pentastellati.
Stefano Guarrera