Finalmente il decreto Semplificazioni è stato presentato. Dopo innumerevoli Cdm, consultazioni e trattative tra Pd e M5s nella conferenza stampa del 7 luglio il premier Conte con i suoi ministri De Micheli (Mit), Pisano (Innovazione) e Dadone (Pa) ha annunciato l'arrivo di questa importante misura. Il Dl è stato approvato «salvo intese», il che significa che non c'è ancora accordo totale in maggioranza. L'obiettivo è ambizioso: sbloccare il Paese. L'Italia che esce dall'emergenza da Covid-19 è ferita e bloccata. Il decreto Semplificazioni è volto a velocizzare le procedure, semplificare la burocrazia, assecondare gli investimenti. Una leva fondamentale per l'economia, che sta uscendo devastata dalla crisi, è l'investimento in infrastrutture. Il decreto Semplificazioni potrebbe avere un ruolo centrale nella crescita infrastrutturale del Paese nei prossimi anni. Vediamo allora di che si tratta.
In primis è presente una nuova disciplina per l'affidamento dei lavori: per prestazioni di importo minore a €150.000 l'affidamento è diretto. Fino a 5 milioni invece si procederà con una procedura negoziata senza bando di gara. Comunque non mancherà la consultazione degli operatori in numero variabile sulla base dell'importo: da un minimo di 5 a un massimo di 15. Le stazioni appaltanti (come la Pubblica Amministrazione) si doteranno di poteri emergenziali in deroga alla legislazione vigente tranne che nei casi previsti dal Codice Penale. Questo evita la lunga schiera di commissari che si prospettava come nel «modello Genova». Il dl Semplificazioni infatti più che istituire un “modello Genova” è più uno "Sblocca cantieri rinforzato". Come aveva proposto Anac, il governo ha trovato una «corsia veloce» interna allo stesso Codice degli Appalti (nello specifico all'art. 63).
I poteri eccezionali delle stazioni appaltanti non sono molto dissimili da quelli del Sindaco-Commissario Bucci a Genova per la ricostruzione dell'ex Ponte Morandi. Se non sono previste schiere infinite di commissari (cui pensava il M5s) sono però previste una trentina di opere infrastrutturali che saranno commissariate. Queste sono individuate con Dpcm. In ogni caso i poteri straordinari alle stazioni appaltanti sono destinati a settori che devono far fronte all'emergenza: scuole, università, sanità, carceri, strade, ferrovie e opere idriche. L'urgenza quindi non è per la sola sanità. Anche altri ministeri hanno insomma individuato opere da realizzare per quanto riguarda il loro ambito. La «corsia veloce» permetterà anche alle opere previste dai contratti di programma di Anas ed Rfi di accelerare.
Ancora: due pietre miliari del dl Semplificazioni sono la riforma del reato di abuso di ufficio e di responsabilità erariale in materia di appalti. Per quanto riguarda il primo, la riforma delimita in maniera più puntuale le condotte suscettibili di essere sanzionate senza generalizzare: solo se è assente la discrezionalità (autonomia) la rilevanza è penale. Si evitano così i troppi procedimenti avviati e forme di "burocrazia difensiva" dei funzionari pubblici. La responsabilità erariale invece è limitata al solo "dolo" e non scatta anche per "colpa grave"; la Corte dei Conti però potrà indagare in caso di non-azione per "colpa grave". Questo significa che il governo punta a cancellare la cosiddetta "paura della firma" che è un «meccanismo perverso», come lo ha chiamato Conte, per il quale diventa più conveniente per i funzionari bloccare le procedure che sbloccarle.
Sono poi ridotti i tempi per la Valutazione di Impatto Ambientale (Via): presentazione del progetto sin dall'avvio del procedimento, potere sostitutivo in caso di inerzia e concomitanza con la Conferenza dei Servizi che sarà semplificata, più veloce (60 giorni) e caratterizzata dal "silenzio-assenso". Ci sarà inoltre un fondo per la prosecuzione delle opere pubbliche, che spesso s'impantanano a causa di mancanze temporanee di fondi. Iter più snello per le opere previste nel Programma Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC).
Con le semplificazioni relative alle autorizzazioni paesaggistiche e archeologiche, l'obiettivo è l'installazione diffusa dellabanda ultralarga. Norme "anti 5G" e posa della fibra ottica nei casi in cui sono coinvolte Rfi ed Anas completano il pacchetto che punta al rinnovamento delle infrastrutture digitali. Il "diritto ad innovare" poi costituisce una deroga per le imprese che vorranno sperimentarsi in nuove tecnologie. Con AppIo è prevista la verifica dell'identità digitale. Infine, per demolire e ricostruire meno vincoli (sagoma, sedime, volumi) e costi (riduzione del contributo di costruzione). Anche l'edilizia trova quindi un aiuto.
Il decreto Semplificazioni ha già ricevuto critiche come quella del presidente di Ance Gabriele Buia: «bene sull'abuso d'ufficio e sul danno erariale ma manca lo snellimento delle procedure» ha dichiarato. Oltre ad essere «salvo intese», il decreto sarà emendato in Parlamento. Intanto però con il piano "Italia veloce" (presentato dal ministro De Micheli in conferenza stampa congiuntamente al dl Semplificazioni) il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha individuato 130 opere pubbliche infrastrutturali prioritarie per un valore complessivo di quasi 200 miliardi. Il combinato tra dl Semplificazioni e piano Italia Veloce agli occhi del governo farà ripartire la crescita del paese.
Ne ricordiamo solo alcune, ricordando che 30 sono commissariate. Ferrovie Torino - Lione, Terzo Valico, raddoppio Termoli - Lesina, potenziamento Catania - Messina - Palermo e Brescia - Padova - Venezia - Trieste. Per quanto concerne le direttrici stradali per esempio figura la Ragusa - Catania, Orte - Civitavecchia, terzo megalotto della SS 106 Jonica e Agrigento - Caltanissetta. Interventi su dighe e opere idriche riguarderanno in particolare la Sardegna mentre sul fronte aeroporti saranno sviluppati gli hub intercontinentali, la potenzialità cargo e i collegamenti con le ferrovie.
Stefano Guarrera