IN BREVE:
il progetto di un arretramento della ferrovia adriatica
il progetto per la riqualificazione della costa con una pista ciclabile
gli interventi su Bari e Pesaro
il collo di bottiglia tra Termoli e Lesina
UN'ARENA DI CONFRONTO: Sindaco di Pesaro Matteo Ricci (PD): «l'alta velocità Bologna - Bari va sostenuta con forza, cambierebbe il paese per il trasporto merci e persone, verso il porti del Sud e verso l'Oriente, senza contare i positivi aspetti ambientali».
Il ministro per i beni culturali Dario Franceschini è interessato alla questione da tempo. Non solo la proposta per il Ponte sullo Stretto di Messina, ma anche la dorsale adriatica. Franceschini, già alcuni mesi fa, proponeva l'arretramento della ferrovia adriatica verso l'interno in modo da trasformare l'attuale tracciato in una gigantesca pista ciclabile. Il ministro ha riproposto quella che ormai non è più solo un'idea all'evento "Made in Italy: the restart" de Il Sole 24 Ore e Financial Times.
Sappiamo ormai che l'arretramento della ferrovia adriatica verso l'interno sta diventando un obiettivo del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit). Ovviamente il progetto è a lungo termine: il tratto interessato, tra Rimini e Brindisi, è lungo 600 km. Ma Gino Sabatini, presidente della Camera di Commercio delle Marche puntualizza: «progettare e aprire cantieri in modo chirurgico, su aree specifiche e che sono al servizio del sistema imprenditoriale, è una scelta condivisibile, perché rompe un immobilismo che dura da anni sul fronte infrastrutturale». Di certo quindi si procederà con interventi mirati. Anche perché non si tratterà solo di realizzare nuovi binari, ma anche viadotti, gallerie, nuove stazioni e linee di collegamento. Un'opera imponente.
Un chilometro di Alta velocità costa fra i 40 e gli 80 milioni di euro. Cosa giustifica allora un progetto così grande? «Il potenziamento della linea adriatica è una priorità per valorizzare l'intera costa est del nostro Paese, che ha un sistema produttivo importante e che necessita di un sistema efficiente di logistica integrata» afferma Ferruccio Resta, rettore del Politecnico di Milano ed esperto presso il Mit. L'obiettivo non è solo dotare la riviera di un'infrastruttura che garantisca collegamenti veloci ma anche quello di liberare spazi utili per la vivibilità ambientale, culturale e turistica della costa. In questo contesto s'inserisce il progetto della pista ciclabile che ricalcherebbe il tracciato della attuale ferrovia. Quest'ultima infatti, in gran parte del percorso adriatico si trova a ridosso della spiaggia, causando una separazione del territorio e un freno alla vivibilità delle zone interessate.
Nel frattempo il Mit ha dato il via a studi di fattibilità e pre-fattibilità in considerazione delle difficoltà ambientali e tecniche che gli interventi richiederebbero. Nella città di Bari, interessata dalla ferrovia adriatica, sono già iniziati i lavori di arretramento dei binari a sud di Bari centrale. Saranno realizzate due nuove stazioni cittadine. Fine lavori previsto per il 2024. E se consideriamo che obiettivi simili sono indicati su Bari nord (interramento della ferrovia), l'investimento supera il miliardo per il solo capoluogo pugliese, che soffre da tempo della divisione che causa la ferrovia alla città.
L'altro intervento già studiato dal ministero è il nodo di Pesaro, nelle Marche, che comprende l'integrazione con Fano(seconda e terza città della regione). La preoccupazione degli industriali è che la debolezza della linea Orte – Falconara (che collega le Marche con Roma) tagli fuori dal traffico merci e passeggeri la regione stessa. Il potenziamento della adriatica andrebbe certamente nella direzione opposta. Esiste già un programma d'interventi e una stima dei costi. Il sindaco di Pesaro Ricci, che parla di «un arretramento della ferrovia non più rinviabile», lo sa bene. La nuova stazione sarebbe realizzata due chilometri più lontano rispetto al mare ma a suo dire non sarà una cattedrale nel deserto perché servirà un area produttiva e confinante con altri comuni. L'obiettivo è lasciare spazio ad una «circonvallazione verde e al servizio della mobilità alternativa, riservata a mezzi pubblici e privati esclusivamente green».
Tra Bologna e Lecce sono in corso interventi di potenziamento del valore di 350 milioni di euro. Entro il 2023 i treni potranno viaggiare ad una velocità di 200 km/h. Lo stesso standard è previsto per l'alta velocità di rete in Sicilia. Siamo comunque ben distanti dalle prestazioni della Torino - Salerno. Nel frattempo la ferrovia adriatica deve ancora fare i conti con quell'imbuto dato dal tratto tra Termoli e Lesina (tra Molise e Puglia, 33 km), ultimo tratto rimasto a binario unico. I lavori sono stati fermati dal Ministero dell'Ambiente per salvaguardare una specie di uccello. È persino stato prescritto, come vincolo, il colore delle recinzioni metalliche. Bisognerà trovare una soluzione perché il raddoppio tra Molise e Puglia è fondamentale. Quando quel cantiere sarà terminato si viaggerà da Lecce a Milano con un risparmio di tempo di un'ora.
Stefano Guarrera