IN BREVE:
Presentata la lista di opere da commissariare da parte del ministro De Micheli
Le critiche di Giorgio Santilli
Gli interventi nelle città
UN'ARENA DI CONFRONTO: Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria: «De Micheli sblocchi le opere invece di parlare di commissari».
Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti (Mit) Paola De Micheli ha consegnato al presidente del consiglio Conte la sua lista di opere infrastrutturali da commissariare. La consegna, avvenuta giovedì, è conseguenza delle possibilità che il decreto Semplificazioni dava all'articolo 9: possibilità appunto di elezione di commissari tramite Dpcm per realizzare con speditezza un'opera.
Nell'elenco sono presenti una cinquantina di opere. Il gruppo più corposo è costituito dai cantieri ferroviari (15) e da quelli stradali (11). Non mancano anche infrastrutture idriche (darsene, porti e dighe) ed edilizia statale (caserme di polizia). Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) ha stimato il costo complessivo degli interventi in 42 miliardi di euro. Di questi, 29,2 sono relativi a opere da sbloccare. Come? Con i commissari. Il valore delle opere commissariate dunque tocca i 30 miliardi, di cui più della metà (oltre 15 miliardi) sono nel Mezzogiorno. Tra i poteri di queste figure rientrano l'assunzione delle funzioni di stazione appaltante e l'operare in deroga alle disposizioni di legge in materia di contratti pubblici.
I prossimi passi legislativi sono ora: il parere delle commissioni parlamentari (entro 15 giorni), il Dpcm del presidente Conte con l'elenco di infrastrutture strategiche da sbloccare e infine i decreti che nomineranno i commissari. Nei decreti sarà individuato un compenso per i commissari, insieme con l'ammontare di risorse a disposizione per i cantieri. Verrà inoltre definita la struttura commissariale (poteri e organigramma). Il viceministro al Mit Giancarlo Cancellericoordinerà l'azione del governo sui commissari: l'intenzione del pentastellato è di vigilare affinché si rispetti il cronoprogramma.
I commissari sono ancora da individuare ma con tutta probabilità il governo opterà per figure tecniche provenienti da società dello stato come Anas ed Rfi. Un nome di spicco è certamente quello di Maurizio Gentile, amministratore delegato uscente di Rfi, prossima appunto al ricambio del vertice. Gentile è già commissario in due maxi-interventi ferroviari come Napoli - Bari e Messina - Catania - Palermo, che hanno grande rilevanza nell'azione di governo. Insieme con la Taranto - Battipaglia e la Salerno - Reggio Calabria sono gli assi portanti dell'intervento al Sud.
Ma se il Sud è sotto i riflettori, il Nord di certo non è trascurato: le ferrovie Fortezza - Verona, Venezia - Trieste, Genova - Ventimiglia e Pontremolese sono solo alcuni esempi di potenziamento e adeguamento in programma. Il completamento del nodo di Genova e la chiusura dell'anello di Roma mirano invece a dare una boccata d'ossigeno a due centri popolosi. Rfi ha tra l'altro in programma nei prossimi anni un massiccio intervento di elettrificazione su buona parte della rete italiana ancora non elettrificata. Sul fronte strade saranno commissariate tra le altre, le autostrade Roma - L'Aquila e Roma - Pescara mentre la statale Jonica è un'altra infrastruttura strategica in Calabria.
Il giornalista Giorgio Santilli de Il Sole 24 Ore ha mosso alcune critiche che riporto nei confronti delle opere prioritarie da sbloccare. Santilli sottolinea la quasi totale assenza di infrastrutture urbane: non sono presenti metropolitane e ci sono pochi interventi ferroviari sulle città. Non si fa parola di riqualificazioni urbane né di edilizia residenziale. Il giornalista scrive infatti che «il piano dimentica le città». L'ipotesi che spiegherebbe il fatto è l'imbarazzo di nominare commissari nelle terre dei sindaci, che si erano candidati per il ruolo ma rimasero inascoltati. Un'altra obiezione di Santilli è il focus del piano sulle infrastrutture "trasversali" (come Roma - Pescara o Taranto - Battipaglia), che tagliano lo stivale da mare a mare. Siamo sicuri che le priorità siano queste opere e non appunto per esempio le metropolitane di Milano e Torino? Si chiede il giornalista.
Ma se gli interventi urbani non sono certo stati il primo oggetto d'attenzione, non per questo sono state dimenticate le città. Di certo con un singolo piano non si possono risolvere tutti i disagi infrastrutturali del Paese. È necessaria una scelta, che questa volta è ricaduta su un tallone d'Achille per l'Italia: i collegamenti trasversali. E questo è condivisibile. Santilli si spinge a scrivere che «questo governo non ha una politica per le città», che con l'eccezione di Milano non paiono delineare un chiaro modello di sviluppo per se stesse. A riprova di questa forte affermazione Santilli ricorda come un emendamento sulla rigenerazione urbana al decreto Semplificazioni ha tenuto bloccate le riqualificazioni dei centri storici.
In ogni caso, proprio a Milano la scorsa settimana le talpe hanno completato lo scavo di tutte le gallerie per la quinta linea del metrò (M4, linea blu). M4 sarà aperta "a pezzi" a partire dall'anno prossimo mentre il completamento è previsto per la fine del 2023. Inoltre Ferrovie dello Stato tramite Rfi sta sviluppando un piano di intermodalità per i porti: il cosiddetto "ultimo miglio ferroviario" servirà a collegare i porti con i binari per immettere i treni merci sui corridoi cargo internazionali. Alcuni centri interessati dai futuri interventi sono i porti di Molfetta, Ancona, Genova e Ravenna. La città romagnola per esempio soffre dello scalo merci nella stazione di riferimento: in futuro lo scalo sarà direttamente presso il porto.
Stefano Guarrera