Nel decreto legge Rilancio sarebbe dovuta entrare una norma che avrebbe approvato per legge gli aggiornamenti 2018-19 dei contratti di programma di Rfi e Anas, ormai da molto tempo attesi. Questo avrebbe consentito di aggirare i regolari itinera in corso che nelle precedenti edizioni non erano comunque mai durati meno di due anni e mezzo. I due contratti, con i quali le due partecipate statali facenti capo a Ferrovie dello Stato pianificano ingenti investimenti, valgono circa 22 miliardi.
Il governo si è impegnato affinché la norma entri nel prossimo decreto: il Dl Semplificazioni, atteso entro due settimane. L'approvazione immediata dei Cdp è fondamentale visto che in essi è presente l'elenco dettagliato delle opere da realizzare. Costituisce insomma il presupposto del trasferimento delle risorse dal Ministero dell'Economia alle società. I contratti con i quali lo Stato ordina la costruzione di opere e destìna i fondi non vincolano a tempi ma solo a formalità. Questo punto, e più in generale la asfissiante burocrazia, è uno dei grandi problemi che ostacola la crescita del nostro paese . L'ad di Rete Ferroviaria Italiana Maurizio Gentile ha presentato un documento in audizione parlamentare che fotografa bene lo stato di attuazione dell'iter approvativo. Rfi dopo due anni e nove mesi aspetta il parere delle commissioni parlamentari. Anas attende il decreto interministeriale Mit-Mef. La prima ha compiuto 6 passaggi su 11. La seconda 8. Il viceministro Cancelleri sta tra l'altro preparando un piano da 200 opere ferroviarie e 90 stradali da commissariare con l'ad di Anas e di Rfi. Sono le opere incluse nei due contratti di programma, completamente finanziate e con progetto definitivo.
La procedura di approvazione dei Cdp è la seguente: dopo la redazione della legge di bilancio, che battezza il contratto e identifica le risorse, lo schema ottenuto dev'essere approvato dal Cipe. Gli atti del Cipe richiedono delibera, registrazione alla Corte dei Conti e pubblicazione: passano insomma alcuni mesi. Successivamente il contratto va condiviso con Regioni e Autorità di regolazione dei trasporti, con più sessioni di osservazione. Poi deve arrivare il parere delle commissioni parlamentari, che lo consegnano ai ministeri di Economia e Infrastrutture perché lo sottoscrivano. Il decreto è registrato infine alla Corte dei Conti e pubblicato. Ora, si capisce bene che l'iter è lungo e complesso e andrebbe semplificato. Richiede anni, un tempo inadeguato alle necessità di sviluppo di una nazione come la nostra. A titolo esemplificativo ma su un altro versante: l'aggiudicazione di una gara d'appalto in Francia o Spagnarichiede dai 3 ai 6 mesi. In Italia si arriva a 12-15. E tutto questo succede ancora prima che si posi la prima pietra delle opere, ancora prima che aprano i cantieri. C'è da sperare, nel futuro più breve possibile, in uno snellimento e "disboscamento" sistematico di norme. Il Dl Semplificazioni vorrebbe operare in tal direzione.
Nel frattempo un'opera sulla quale Anas ha già avviato i cantieri è la Strada Statale 106 Jonica. La SS, che collega attualmente Reggio Calabria a Taranto costeggiando il Mar Jonio, sarà infatti trasformata in una Statale primaria, in stile autostrada: doppia carreggiata separata a 4 corsie. 2 per senso di marcia. La posa della prima pietra nel suo terzo megalotto tra Sibari e Roseto è avvenuta il 19 maggio alla presenza del ministro e del viceministro al Mit De Micheli e Cancelleri. Erano presenti anche il presidente di regione Calabria Santelli e l'ad di Anas Simonini.
L'investimento di 1,3 miliardi finanzia un lotto lungo 38 km che collega il corridoio tirrenico a quello jonico-adriatico. 1500 operai lavoreranno al cantiere del consorzio Sjrio, gruppo Webuild (Salini e Astaldi). Il completamento è previsto per il 2026. «Giornata storica per la Calabria» hanno dichiarato Cancelleri e Santelli mentre De Micheli e Simonini ricordano come ci siano altre opere in arrivo per la Calabria.
Stefano Guarrera